mercoledì 9 novembre 2011

Italianità

Oggi mi son ritrovata a parlare di politica e di Berlusconi con un italo-belga.
Son andata in una scuola di lingua per informarmi a proposito dei corsi d'inglese. Mi ha accolto il proprietario, il quale, avendo riconosciuto il mio accento (io?!? accento?!? ma va!) ha iniziato a parlarmi in italiano. O meglio, io parlavo italiano, lui un mix tra italiano e francese. Presumo sia un immigrato di seconda generazione o che sia arrivato in belgio molto molto giovane perchè commetteva degli errori veramente enormi sia di struttura che di lessico (del tipo "quando io ando in Italia"...).
Dopo varie chiacchere sui corsi siam finiti a parlare di politica e ovviamente di Berlusconi e di ipotetici voti futuri. Il mio "signor ando" mi ha confessato di esser ormai da anni in crisi, in quanto uomo di destra che vota a sinistra per non avvallare le politiche berlusconiane.
Voto?! Il "signor ando" vota per l'italia?!? Ebbene sì, in quanto italo-belga vota sia per il Belgio che per l'Italia.
Ora, io semplicemente mi chiedo: che senso ha che una persona che evidentemente non vive da decenni in Italia (forse non ci è neanche nato!), che ha un'attività commerciale e professionale all'estero, che non ha alcuna conoscenza della vita in Italia, voti per la politica italiana?!?
Poi per carità, il signor ando vota a sinistra, quindi a lui in particolare possiamo anche lasciarglielo questo diritto, ma esso è davvero così sacrosanto?

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