sabato 19 novembre 2011

I tentacoli lunghi dell'Esselunga

Chi mi conosce bene sa che pur di non comprare all'Esselunga tempo fa rinunciai a mangiare uno dei muesli "commerciali" per me più buoni, quello alle noci della Jordans. A Milano qualche anno fa lo si trovava solo nel supermercato di Caprotti, legato a Berlusconi e nemico delle Coop; per me due motivi sufficienti per boicottare i suoi punti vendita (oltre allo scandalo delle condizioni di lavoro, ecc...).
Ebbene, potete immaginare la mia sopresa quando a Bruxelles, nel reparto pasta e affini del Delhaize vicino a casa (a Bruxelles ci sono due grosse catene di supermercati: la belga Delhaize e la francese Carrefour), ho trovato la pasta Barilla, la De Cecco, una sconosciuta marca finto-italica (Panzani... un nome, un programma!) e... ebbene sì... Esselunga!!
Esselunga?!?!? Una sottomarca, un marchio legato a una specifica catena, venduta a km e km di distanza??
Il peggio doveva ancora arrivare. Se per la pasta ho potuto guardare con sdegno l'odiato marchio e servirmi del noto mulino, peggio è andata quando ho cercato un riso decente per fare un risotto. Nel settore riso erano presenti vari risi asiatici, noti non proprio per la loro resistenza alle lunghe cotture, o Carnaroli e Arborio... solo ed esclusivamente di una marca... ebbene sì, ancora lei, l'odiata Esselunga!

Fortuna che ad un mercatino bio ho trovato alla "modica" cifra di 3 euro (!) del Carnaroli di altra marca. Quanto mi costerà ancora l'odiato Caprotti?!

Comunque, qualcuno ha idea del perchè un supermercato belga debba comprare dei prodotti da un supermercato italiano?? A me pare assurdo, soprattutto tenuto conto che lo fa solo su questi due specifici prodotti (vendesse anche mozzarelle Esselunga, salami, prosciutti, vini, taralli Esselunga, capirei meglio il legame!).
Sul loro sito c'è scritto: "De nombreuses autres "pasta secca", courtes ou longues, sont fabriquées en exclusivité pour Delhaize "Le Lion", en Italie, sous la marque Esselunga. On recourt à des ingrédients naturels (eau pure de source et les meilleures semoules), la bonne vieille méthode du séchage lent, ainsi qu’aux moules en bronze. L’alchimie qui se crée alors entre l’emploi de ces moules, l’épaisseur appropriée pour chaque forme de pâte, et l’utilisation de blés durs au taux élevé de gluten, donne des pâtes d’une qualité supérieure, parmi les meilleures du marché". "Una pasta di qualità superiore, tra le migliori sul mercato"?!?
Probabilmente una questione di prezzo: la pasta corta Esselunga costa 1 euro mentre tutte le altre (compresa Panzani!) si aggirano tra 1.20 e 1.50. Solo gli spaghetti hanno lo stesso prezzo, tutti a 1 euro.
Mah...

giovedì 17 novembre 2011

Quel paese del terzo mondo chiamato Belgio

Se qualcuno mi viene ancora a parlare di efficienza nordica gli rido in faccia. Quantomeno qua in Belgio.
Ho già avuto traumatiche esperienze, delle quali un giorno racconterò, che mi hanno fatto rimpiangere le "brevi" code di un'ora dell'INPS (un'ora?! solo?!? woooow!).
Oggi è successo l'impensabile: dopo 14 giorni dalla data di attivazione del mio nuovo contratto internet mi arriva la lettera tanto attesa col numero di telefono e il codice di attivazione. Faccio una prova, ma il numero risulta inesistente.Mi reco al negozio dove ho firmato il contratto e mi viene detto che "Oh, in effetti sul computer il contratto risulta bloccato!" (avvisarmi magari?).
Chiedo lumi al riguardo e il commesso chiama il numero tecnico. Risposta: il contratto non può essere attivato perchè nella scatola bianca all'inizio della mia via le prese sono già tutte assegnate. Ci son già troppi contatti internet.
Prese?!? Scatola bianca?!?! Ma non siamo nella capitale d'Europa, nel terzo millennio?!

"Quale soluzione possibile?" Chiedo fiduciosa al commesso.
"Nessuna. O sperare che qualcuno nella sua via disdica il proprio contratto"
...
...
COOOSAA???

Riparto alla carica provando a stipulare un contratto con la telecom locale, ancor oggi proprietaria delle "scatole bianche".
"Ufficialmente non possono tenersi per sè le prese, sarebbe contrario alla legge sulla libera concorrenza", mi ha detto il commesso dell'Infostrada belga, ma a questo punto presumo che nulla sia impossibile.
Io provo lo stesso...

Robe da matti!!!

mercoledì 9 novembre 2011

Italianità

Oggi mi son ritrovata a parlare di politica e di Berlusconi con un italo-belga.
Son andata in una scuola di lingua per informarmi a proposito dei corsi d'inglese. Mi ha accolto il proprietario, il quale, avendo riconosciuto il mio accento (io?!? accento?!? ma va!) ha iniziato a parlarmi in italiano. O meglio, io parlavo italiano, lui un mix tra italiano e francese. Presumo sia un immigrato di seconda generazione o che sia arrivato in belgio molto molto giovane perchè commetteva degli errori veramente enormi sia di struttura che di lessico (del tipo "quando io ando in Italia"...).
Dopo varie chiacchere sui corsi siam finiti a parlare di politica e ovviamente di Berlusconi e di ipotetici voti futuri. Il mio "signor ando" mi ha confessato di esser ormai da anni in crisi, in quanto uomo di destra che vota a sinistra per non avvallare le politiche berlusconiane.
Voto?! Il "signor ando" vota per l'italia?!? Ebbene sì, in quanto italo-belga vota sia per il Belgio che per l'Italia.
Ora, io semplicemente mi chiedo: che senso ha che una persona che evidentemente non vive da decenni in Italia (forse non ci è neanche nato!), che ha un'attività commerciale e professionale all'estero, che non ha alcuna conoscenza della vita in Italia, voti per la politica italiana?!?
Poi per carità, il signor ando vota a sinistra, quindi a lui in particolare possiamo anche lasciarglielo questo diritto, ma esso è davvero così sacrosanto?

mercoledì 2 novembre 2011

Châtelain


Ieri pomeriggio e stasera ho gironzolato per un quartiere molto vivace e pieno di bar e di negozi curiosi. Prevalentemente negozi di oggetti per la casa (al punto da chiedersi come possano coesistere nella stessa via tutti quanti!), ma di ottima qualità e spesso molto molto originali (avevate mai visto uno spremi dentifricio formato da un unico pezzo di plastica?! Io ora ce l'ho!) che credo saccheggerò per i regali natalizi. Qua e là anche delle fornitissime teerie, sia di vendita di tè che di degustazione. La prima che ho trovato, La Septième Tasse, sembra un negozio di tè tradizionale, di quelli con i tè nelle scatole di metallo dietro al bancone. Il secondo, Unami, con anche un bar, dovrebbe essere, da quel che ho capito, cinese e penso possa essere un luogo interessante dove fare due chiacchiere davanti a un buon tè.
Nel quartiere c’è anche quel folle luogo che è Les petits riens, del quale ho già scritto.

Da ultimo, ma solo in termini temporali, ho passeggiato stasera nel mercato di Place Châtelain, un mercato aperto dalle 12 alle 19.30 nel quale la sera (a breve lo visiterò sicuramente di giorno!) molte persone cenano o prendono un aperitivo a dei baracchini che spuntano tra le bancarelle. Non oso immaginare quanta gente ci sia d'estate, considerato che noi ci siamo stati con i 15 gradi di stasera!
Molto quotati tra i giovani gli asiatici con i loro sempreterni noodles; frequentato da signori di mezz’età un baracchino di pesce che prepara ostriche e altro pesce (che non son riuscita a vedere tanta era la folla ma che sembrava molto interessante); e poi molti altri baracchini meno affollati,  di venditori di lasagne vegetariane, di deliziosi bistoukettes di diversi gusti (salamini sottilissimi alle erbe mediterranee, al formaggio, alle noci, al chorizo…deliziosi!), di polpette di vario tipo e ripiene di mille spezie, a base di feta, di pesce, di carne  semplice o con albicocche e uva (purtroppo quest'ultime erano finite, ma tornerò a provarle!). Abbiamo preso delle polpette con riso e lenticchie (e mille spezie) a un baracchino gestito da due ragazzi e, nonostante l’aria frizzantina non più estiva, abbiamo mangiato come tutti al tavolino di legno affianco alla fiancata blu del camioncino. 
Le luci e l’atmosfera erano da fissare in una qualche forma e ho rimpianto di non avere la macchina fotografica!
A degna conclusione di tale cena abbiamo preso dei dolci che mi pare si chiamassero royal, una sorta di budinetti simili al budino di semolino, a quattro gusti diversi. Per ora siamo riusciti a provare solo quello alla ciliegia e quello al limone, a domattina quello al pistacchio e quello al cocco. I dolci li vendeva una simpatica signora che cucina in modo artigianale tutti i prodotti che vende, dolci e salati. Sul banco c’era una torta cioccolato e pere da salivazione preventiva!

Insomma, il quartiere di Châtelain, e in particolare il mercato, è promosso a pieni voti e vince il premio “luogo dove tornare”… nonostante la massiccia presenza di italiani, ai quali però ormai mi sto abituando, essendo veramente ovunque qua in Belgio!!

Il riuso etico à la bruxellois


Ieri ho visitato un luogo stranissimo, il magazzino centrale (nonché sede) di un’associazione absl (traduzione letterale di onlus) chiamata Les petits riens, che raccoglie oggetti (soprattutto vestiti) di seconda mano. I vestiti vengon venduti nei numerosi negozi in giro per  Bruxelles e da qualche negozio in giro per il Belgio. I mobili invece vengon venduti nel magazzino di quattro piani di rue Américane, una sorta di Ikea dell’usato, nella quale trovare valigie, posate, libri, utensili da cucina di ogni tipo, tavolette del cesso, borse, giochi in scatola, sofà, armadi, tavoli, letti, carrozzine, e chi più ne ha più ne metta!
Ovviamente ogni scaffale raccoglie oggetti rigorosamente unici e diversi gli uni dagli altri; il che rende la ricerca di una tazzina un compito epico, nel tentativo di guardarle tutte in cerca di quella desiderata.
Sul loro sito sostengono che ogni  giorno passano dal negozio di rue Américane circa 600 persone e non stento a crederci, nonostante sia aperto solo di pomeriggio!
L’associazione è nata in  Belgio negli anni ’30 e dal 1955 occupa gli spazi di rue Américane. Mi piacerebbe trovare delle foto di questo grande magazzino dell’usato nel corso degli anni,  e dei suoi  visitatori nei decenni. 
Da sempre les petits riens usa i soldi ricavati per attività di  sostegno e lotta alla povertà (una sorta di caritas belga): ha una casa di accoglienza per senza tetto che accoglie 120 persone e aiutano in vario modo persone in difficoltà economica , psichica o sociale.
Insomma, un bel posto dove andare a spendere i propri soldi, se proprio bisogna spenderli. E un luogo dove acquistare oggetti già esistenti…un buon modo di promuovere il riuso!